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LXV.

"E la sua mente è tal: che s' appagarti▾ "Vorrai di quanto hai fatto in guerra tuo, "Nè Giudea molestar, nè l' altre parti "Che ricopre il favor del regno suo; "Ei promette all' incontro assicurarti "Il non ben fermo Stato: e se voi duo "Sarete uniti, or quando i Turchi e i Persi "Potranno unquaa sperar di rïaversi?

LXVI.

"Signor, gran cose in picciol tempo hai fatte, "Che lunga età porre in obblío non puote: "Eserciti, città, vinti e disfatte,

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Superati disagi e strade ignote;

"Sì ch' al grido o smarrite o stupefatte "Son le provincie intorno e le remote: "E sebben acquistar puoi novi imperi, Acquistar nova gloria indarno speri. LXVII.

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"Giunta è tua gloria al sommo; e per l'innanzi
Fuggir le dubbie guerre a te conviene;

"Ch' ove tu vinca, sol di Stato avanzi,
"Nè tua gloria maggior quinci diviene:
"Ma l' imperio acquistato e preso dianzi,
"El'onor perdi, se 'l contrario avviene.

Appagarti, restar contento di quanto hai fatto tuo, cioè, ti sei impadronito, di quello che hai conquistato. Tuo, non sta qui per tu, nè mai in tal modo da' Poeti adoperato. sono sotto la protezione. rimettersi,

a

Che ricopre, ecc. che

unqua, mai-riaversi

"Ben gioco è di fortuna audace e stolto

c

"Por contra il poco e incerto, il certo e 'l molto. LXVIII.

d

"Ma il consiglio di tal, cui forse pesa "Ch' altri gli acquisti a lungo andar conserve; "El' aver sempre vinto in ogni impresa; "E quella voglia natural che ferve, "E sempre è più ne' cor più grandi accesa "D'aver le genti tributarie e serve, "Faran per avventura a te la pace

Fuggir, più che la guerra altri non face :
LXIX

"T'esorteranno a seguitar la strada
"Che t' è dal fato largamente aperta ;
"A non depor questa famosa spada,
"Al cui valore ogni vittoria è certa,
"Sin che la legge di Macon non cada,
"Sin che l' Asia per te non sia deserta.

Ben gioco, ecc. è cosa audace ed imprudente dipendere dal capriccio della fortuna. © por per porre,

mettere, scommettere.

a Ma il consiglio di tal (di qualcuno geloso della tua grandezza) a cui forse pesa (rinc esce, dispiace) che altri (altro uomo) conservi lungo tempo le couquiste fatte: E l'aver tu sempre vinto in ogni impresa: E quel desiderio naturale che ferve (che arde) e sempre s' infiamma più ne' cuori più grandi, cioè, di aver le genti (le nazioni) tributarie e soggette; tali ragioni ti faranno forse fuggir la pace, più che altri (altro uomo) non face (fa) la guerra, cioè, non fugge la guerra.

"Dolci cose ad udire, e dolci inganni, "Ond' escon poi sovente estremi danni. LXX.

"Ma s'animosità gli occhj non benda, "Nè il lume oscura in te della ragione,

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e

Scorgerai, ch' ove tu la guerra prenda, "Hai di temer, non di sperar cagione: "Chè fortuna quaggiù varia a vicenda, "Mandandoci venture or triste or buone : "Ed a' voli troppo alti e repentini "Sogliono i precipizj esser vicini.

LXXI.

"Dimmi, s' a' danni tuoi l' Egitto move, "D'oro e d'arme potente e di consiglio ; "E s' avvien che la guerra anco rinnove "Il Perso e 'l Turco, e di Cassano il figlio : "Quai forze opporre a sì gran furia, o dove "Ritrovar potrai scampo al tuo periglio? "T' affida forse il re malvagio Greco, “Il qual dai sacri patti unito è teco ?

i

LXXII.

k

"La fede Greca a chi non è palese ? "Tu da un sol tradimento ogni altro impara;

e

Quaggiù, in questo mondo-a vicenda, alterna.

tamente.

f Move, cioè, si arma. 8 Cassano figlio del re d'Antiochia. T'affida, confidi forse. pattı, condizioni-sacri, perchè l'imperator Greco avea con giuramenti promesso di soccorrer Goffredo.

Palese, manifesta.

"Anzi da mille, perchè mille ha tese'
"Insidie a voi la gente infida, avara.
"Dunque chi dianzi il passo a voi contese,
"Per voi la vita esporre or si prepara?
"Chi le vie, che comuni a tutti sono,
"Negò, del proprio sangue or farà dono?
LXXIII.

"Ma forse hai tu riposta ogni tua speme
"In queste squadre ond' ora cintoTM siedi:
"Quei che sparsi vincesti, uniti insieme
"Di vincere anco agevolmente credi ?
"Sebben son le tue schiere or molto sceme"
"Tra le guerre e i disagi; e tu tel vedi :
"Sebben novo nemico a te s' accresce,
"E co' Persi e co' Turchi Egizj mesce.
LXXIV.

"Or quando pur estimi esser fatale ? "Che vincer non ti possa il ferro mai; "Siati concesso; e siati appunto tale "Il decreto del ciel, qual tu tel fai: "Vinceratti la fame: a questo male "Che rifugio, per Dio, che schermo avrai ? "Vibra contra costei la lancia, e stringi "La spada, e la vittoria anco ti fingi.

r

'Tese da tendere, preparare-Insidie, tradimenti. m Cinto, circondato. sceme, diminuite. ° mesce. mescola, unisce gli Egizj ai Persi ed ai Turchi. P Fatale, cioè, ti sia promesso dal destino. 1 scher• mo, difesa. Vibra, scaglia, tira.

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LXXV.

Ogni campo d' intorno arso e distrutto "Ha la provida man degli abitanti, "E in chiuse mura, e in alte torri il frutto "Riposto al tuo venir più giorni innanti. "Tu, ch' ardito sin qui ti sei condutto, "Onde speri nutrir cavalli e fanti ? “Dirai : l' armata in mar cura ne prende: "Dai venti dunque il viver tuo dipende? LXXVI.

"Comanda forse tua fortuna ai venti, "E gli avvince a sua voglia, e gli dislega? "Il mar, ch' ai preghi è sordo ed ai lamenti, "Te solo udendo, al tuo voler si piega? "O non potranno pur le nostre genti, "Ele Perse e le Turche unite in lega "Così potente armata in un raccorre, "Ch' a questi legni tuoi si possa opporre ? LXXVII.

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Doppia vittoria a te, signor, bisogna, "S' hai dell' impresa a riportar l' onore. "Una perdita sola alta vergogna "Può cagionarti, e danno anco maggiore; "Ch' ove" la nostra armata in rotta pogna "La tua, qui poi di fame il campo more:

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In un, insieme. legni, navi, vascelli.

Ch' ove, ecc. perchè se mai avviene che la no

stra armata rompa, disfaccia la tua-pogna o ponga da porre.

VOL. I.

E

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